Le ragioni del successo iniziale
Il successo iniziale del Superbonus è stato determinato da diversi fattori:
- Un contesto favorevole: La pandemia da Covid-19 ha reso evidente la necessità di rendere gli edifici più sicuri e efficienti dal punto di vista energetico.
- Un incentivo fiscale molto generoso: La detrazione del 110% ha reso gli interventi di riqualificazione energetica economicamente molto convenienti per i cittadini.
- La semplificazione delle procedure: Le prime versioni della normativa prevedevano procedure semplificate per accedere all’incentivo.
Le prime criticità e le modifiche normative
Nonostante il successo iniziale, il Superbonus ha presto mostrato i suoi limiti. La cessione dei crediti, inizialmente prevista come strumento per garantire la liquidità alle imprese edili, si è rivelata più complessa del previsto. Le banche e gli altri intermediari finanziari, infatti, hanno mostrato una crescente diffidenza nei confronti di questi crediti, temendo di incorrere in rischi di insolvenza.
Inoltre, l’aumento della domanda di materiali e manodopera ha provocato un’impennata dei prezzi, erodendo parte dei benefici dell’incentivo e rendendo più difficile per molte famiglie accedere al Superbonus (anche se il merito di questo impennamento sarebbe da riferirsi al Bonus Facciata, il quale aveva l’unico vincolo la detrazione massima solvibile del committente e, con l’entrata in vigore della cessione dei crediti, non ha più avuto alcun vincolo ne controllo se non dopo l’introduzione del Decreto Antifrode (D.L. 57 del 11/11/2021).
L'impatto sulle imprese edili
Le imprese edili hanno vissuto un periodo di grande fermento grazie al Superbonus, ma anche di grande incertezza. Da un lato, l’aumento della domanda di lavori di ristrutturazione ha generato nuove opportunità di business. Dall’altro, le difficoltà nella cessione dei crediti e l’aumento dei costi hanno messo a dura prova la liquidità di molte imprese.
In molti casi, le imprese si sono trovate costrette a anticipare le spese per i lavori, senza avere la certezza di recuperare i crediti nei tempi previsti. Questo ha portato a una situazione di grande tensione finanziaria e, in alcuni casi, al fallimento di alcune imprese.
Le conseguenze per i cittadini
Il Superbonus ha offerto ai cittadini l’opportunità di migliorare la qualità della propria abitazione e di ridurre i costi energetici. Tuttavia, non tutti hanno potuto beneficiare di questo incentivo. Le famiglie con redditi più bassi e quelle che abitano in edifici più vecchi e meno efficienti hanno spesso incontrato maggiori difficoltà nell’accesso al Superbonus.
Inoltre, l’aumento dei costi dei lavori e la complessità delle procedure hanno scoraggiato molti proprietari dall’intraprendere interventi di riqualificazione energetica.
Il confronto con altri paesi
L’Italia non è l’unico paese europeo ad aver introdotto incentivi fiscali per la riqualificazione energetica. Altri Paesi, come la Germania e la Francia, hanno messo in atto politiche simili, con risultati spesso migliori.
Analisi comparata delle politiche di incentivazione alla riqualificazione energetica in Europa: un confronto con il modello italiano alla luce dell'audizione pubblica europea
L’audizione pubblica della Sottocommissione per le questioni fiscali del Parlamento europeo ha offerto un’ampia panoramica sulle politiche di incentivazione fiscale a livello europeo, con un focus particolare sugli incentivi alla riqualificazione energetica. L’analisi comparata con il modello italiano, rappresentato in modo emblematico dal Superbonus 110%, risulta particolarmente interessante per comprendere le best practice europee e le sfide che l’Italia deve affrontare.
Punti chiave emersi dall'audizione
- Diversità degli incentivi fiscali: Gli incentivi fiscali per le imprese assumono forme diverse a seconda degli Stati membri, ma condividono l’obiettivo di stimolare la crescita economica, l’occupazione e la transizione energetica.
- Abuso degli incentivi e concorrenza fiscale: L’utilizzo eccessivo degli incentivi fiscali ha portato a una riduzione del gettito fiscale e a una competizione sfrenata tra gli Stati membri per attrarre investimenti.
- Global Minimum Tax: L’introduzione della Global Minimum Tax mira a limitare l’erosione della base imponibile e lo spostamento dei profitti verso giurisdizioni a bassa tassazione, creando un contesto più equo per la competizione fiscale.
- Incentivi per la ricerca e sviluppo: Gli incentivi fiscali per la ricerca e sviluppo sono considerati strumenti efficaci per promuovere l’innovazione e la crescita economica, ma il loro impatto sulle finanze pubbliche e la loro efficacia nel raggiungere gli obiettivi prefissati devono essere valutati attentamente.
Confronto con il modello italiano (Superbonus 110%)
Il Superbonus 110% rappresenta un esempio di incentivo fiscale molto generoso e di successo nel stimolare gli investimenti nella riqualificazione energetica. Tuttavia, ha anche evidenziato alcune criticità, come le difficoltà nella cessione dei crediti e i rischi di frode.
Punti di forza del modello italiano:
- Semplicità delle procedure: Inizialmente, il Superbonus ha previsto procedure semplificate per accedere all’incentivo, facilitando la partecipazione dei cittadini.
- Impatto sull’occupazione: Ha generato un forte impulso al settore edile e all’occupazione.
- Consapevolezza energetica: Ha contribuito a sensibilizzare i cittadini sull’importanza della riqualificazione energetica.
Punti di debolezza del modello italiano:
- Cessione dei crediti: La complessità della cessione dei crediti ha bloccato molti cantieri e messo in crisi numerose imprese edili.
- Frodi e abusi: Alcuni casi di frode hanno gettato un’ombra sull’intera misura.
- Costo per le finanze pubbliche: L’impatto sulle finanze pubbliche è stato notevole (anche se da una comunicato stampa del 5 giugno 2023 del Comitato Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili è stato divulgato uno studio fatto dalla F.N.C. in cui si stimava l’impatto per lo stato del 38% negli anni 2021 e 2022)
Best practices europee e lezioni per l'Italia
L’analisi delle politiche di altri Paesi europei può offrire spunti interessanti per migliorare il modello italiano:
- Germania: Il governo tedesco ha introdotto incentivi fiscali per la riqualificazione energetica vincolandoli a progetti di digitalizzazione e protezione del clima. Questa scelta potrebbe essere una soluzione per evitare che gli incentivi si concentrino su poche tipologie di interventi.
- Francia: La Francia ha adottato un approccio più graduale, introducendo incentivi fiscali per la riqualificazione energetica in modo progressivo nel tempo. Questo ha permesso di monitorare l’impatto delle misure e di apportarvi le opportune correzioni.
- Paesi Bassi: I Paesi Bassi hanno puntato su un sistema di incentivi più complesso, basato su aste e certificati energetici. Questo sistema ha permesso di raggiungere elevati livelli di efficienza energetica, ma è anche più costoso e complesso da gestire.
Lezioni per l’Italia:
- Bilanciare semplicità ed efficacia: È necessario trovare un equilibrio tra la semplicità delle procedure e l’efficacia degli incentivi, evitando eccessive burocrazie.
- Prevenire le frodi: Occorre rafforzare i controlli e introdurre sanzioni più severe per contrastare le frodi.
- Monitorare l’impatto delle misure: È fondamentale monitorare costantemente l’impatto degli incentivi fiscali sulle finanze pubbliche e sull’ambiente, apportando le opportune correzioni in corso d’opera.
- Integrare gli incentivi in un quadro più ampio di politiche energetiche: Gli incentivi fiscali devono essere parte integrante di una strategia energetica più ampia, che tenga conto delle esigenze del territorio e delle imprese
Il Superbonus 110% ha rappresentato un’opportunità unica per l’Italia di accelerare la transizione energetica, ma ha anche evidenziato le difficoltà di gestire incentivi fiscali così complessi. L’analisi comparata con le politiche di altri paesi europei mostra che esistono diverse strade per raggiungere gli stessi obiettivi. L’Italia dovrebbe ispirarsi alle best practices europee e adottare un approccio più equilibrato e sostenibile nel lungo periodo.
Le prospettive future
Il futuro del Superbonus è incerto. Diverse sono le ipotesi sul tavolo:
- Riduzione o abolizione dell’incentivo: L’aliquota potrebbe essere progressivamente ridotta o l’incentivo potrebbe essere completamente abolito per far fronte alle esigenze di bilancio.
- Maggiori controlli e sanzioni: Per contrastare le frodi e gli abusi, potrebbero essere introdotti controlli più stringenti e sanzioni più severe.
- Nuovi incentivi: Il governo potrebbe introdurre nuovi incentivi fiscali per la riqualificazione energetica, con caratteristiche e requisiti diversi dal Superbonus.
- Integrazione con le politiche europee: Il Superbonus potrebbe essere integrato in un quadro più ampio di politiche europee per la transizione energetica.
Il Superbonus 110% è stato un esperimento ambizioso, ma le sue criticità e le nuove sfide poste dalle politiche europee richiedono una riflessione profonda sulle politiche edilizie future. È necessario trovare un equilibrio tra le esigenze di bilancio, le politiche ambientali e le aspettative dei cittadini, garantendo al tempo stesso la certezza del diritto e la semplificazione delle procedure.
L’auspicio è che il dibattito sul Superbonus possa portare a una riforma del sistema degli incentivi fiscali per la riqualificazione energetica, rendendolo più efficace, equo e sostenibile nel lungo periodo.
Fonti
- FiscoOggi, ARTICOLO DEL 05/09/2023, “L’impatto degli incentivi fiscali per raggiungere gli obiettivi Ue“
- Commissione Europea, comunicato stampa del 06/02/2024, “La Commissione presenta una raccomandazione per l’obiettivo di riduzione delle emissioni per il 2040 per definire il percorso verso la neutralità climatica nel 2050“
- EnergiaOltre, articolo del 15/10/2024 “Meloni approva l’aumento delle tasse per Superbonus. Enti locali contro l’Ilva. Elkann: No fusione con Renault. Che c’è sui giornali?“
- Press, articolo del 05/06/2023, “Superbonus, studio commercialisti: “Impatto positivo sul Pil”“